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lunedì 30 gennaio 2017

Tear down the wall

Nel 1979 usciva The wall dei Pink Floyd che sarebbe in breve diventato una delle più celebrate opere rock di sempre. Per noi teen ager della fine degli anni 70 rimase a lungo un enigma almeno fino al 1982 data in cui uscì l'omonimo film diretto da Alan Parker che ci aiutò ad inquadrarlo meglio nel contesto di quegli anni e all'interno della produzione del gruppo. Da allora sono successe molte cose e il mondo avrebbe assistito nell'ordine alla caduta del muro di Berlino nel 1989 celebrata da Waters in un grandioso spettacolo trasmesso in mondovisione (come si diceva in era pre internet)



Roger Waters the Wall Live in Berlin 1990 di bulsa_virgilio

Nel 1991 si sarebbe completato il processo che portò alla dissoluzione dell' Unione Sovietica e alcuni storici e intellettuali dell'epoca parlarono con una certa enfasi di "fine della storia". Il capitalismo sembrava trionfare ovunque seppure con modalità diverse e in Cina dopo i fatti di piazza Tienanmen era iniziato di fatto il processo di revisione che avrebbe portato in meno di un ventennio la Cina alla ribalta come nuovo soggetto economico e motore del nuovo mondo globalizzato di oggi. L'edonismo reganiano degli anni 80, le dottrine del liberismo, l'ascesa di Berlusconi in Italia prima con le tv e poi come soggetto politico, la deregulation, le privatizzazioni selvagge, le dottrine della lady di ferro in Gran Bretagna, la comparsa di MTV (in italia Videomusic) e il nuovo formato della musica in video, la Milano da bere,gli yuppies e i paninari, i successi della borsa, il tempo del glamour e dell'ottimismo, sono solo alcune delle istantanee che identificano quel periodo.  "Gli anni ottanta segnano nel mondo occidentale il passaggio a una condizione postuma – la nostra – in cui al tramonto delle utopie politiche, alla fine più o meno traumatica dei diversi esperimenti socialisti, corrisponde l’affermarsi prepotente di un “eterno presente” consumista che sarebbe presto diventato l'orizzonte sociale ed economico del pianeta globalizzato." (Dossier anni 80)

Visto da questa prospettiva storica un lavoro epocale come The Wall diventa doppiamente interessante da analizzare dapprima nella sua celebrazione compulsiva sulla caduta dei muri nel periodo tra gli 80 e i 90 e oggi invece sulla loro ricostruzione/consolidamento.
Corsi e ricorsi della storia si dirà, ma forse è anche vero che pochi si sarebbero aspettati una giravolta della storia così completa avvenuta solo nel giro di qualche decennio. Certo oggi tutto si muove in maniera se possibile ancora più frenetica rispetto a quegli anni spumeggianti (o solo apparentemente tali?) ma la sensazione che rimane per chi ha vissuto quell'epoca e ne può dare testimonianza sembra ricordare molto quella del risveglio traumatico dopo la grande sbornia collettiva. 

Il pregio dei classici, delle grandi opere è che sanno attraversare indenni le epoche per restituirci una visione in qualche modo unificante oltre che una possibile chiave di lettura sia del passato che del presente. (oltre che naturalmente del futuro).
The Wall è oggi più che mai un opera di grande attualità perchè i muri si possono creare o  distruggere ma è il tema in se a rappresentare un nodo centrale per l'uomo così come è stato per Ulisse e il tema del viaggio con Omero.

Nella ideale trilogia di the wall (album,film,tour) i significati si rincorrono a partire come sempre dall'individuo per poi estendersi a tutta la società umana. Il tema della guerra, della perdita, dell'isolamento e dell'alienazione dell'individuo solo, di fronte a un mondo che non comprende, in una sorta di moderno incubo kafkiano. E' forse importante ricordare ancora una volta, nella parabola storica de Pink Floyd, la vicenda umana e artistica di Syd Barret che ha per sempre segnato la storia e l'evoluzione della band. Barret lavora ai primi due album per poi scomparire dietro il suo personale muro di alienazione ma è una presenza costante che continua anche a distanza a "dirigere" ed influenzare la band col suo genio visionario. Waters gli rende omaggio in qualche modo e filtra il tutto attraverso la propria personale esperienza e le proprie inquietudini artistiche e umane. 

Forse è difficile spiegare a un teen ager di oggi quanto quell'album abbia segnato la fine di un mondo anche per noi ragazzi negli anni 80, ma la lezione della storia e dell'opera (ammesso che se ne possa sintetizzare una) è che i muri si abbattono se si prende coscienza che spesso siamo noi stessi a erigerli in maniera più o meno inconsapevole. 

Per chi volesse approfondire  The wall analisi in inglese  e  in italiano

lunedì 23 gennaio 2017

Lo zen e l'arte di suonare la chitarra in 10 punti

Hello folks, anno nuovo vita nuova. Vi hanno regalato una chitarra a Natale? Avete sempre pensato di imparare a suonare uno strumento ma non siete riusciti a superare lo scoglio di qualche accordo o qualche canzone da spiaggia? Sono tanti quelli che iniziano e poi abbandonano, folgorati sulla "via di Damasco" da un iniziale entusiasmo musicale presto seguito da sconforto e delusione perchè?

La musica è una disciplina molto seria e i suoi livelli più alti così come avviene per le scienze quali la matematica e la fisica sono riservati ad una cerchia ristretta di eletti, ma questo non significa forse che non dovremmo studiare fisica o matematica a scuola non vi pare? Ci sono alcune ragioni base per le quali l'approccio con l'arte in generale e quella musicale in particolare possano essere di grande giovamento per chiunque.

Intanto il fatto che purtroppo il nostro ordinamento scolastico attuale (al di la delle solite roboanti affermazioni del politico di turno) continui a snobbare le materie artistiche in un paese come il nostro peraltro sede da sempre di "poeti, navigatori e santi" come si diceva un tempo. Da bambini ad esempio siamo tutti incoraggiati (e giustamente) a disegnare cercando di portare alla luce il nostro aspetto più creativo e comunicativo ma poi col passare del tempo diventiamo adulti e guardiamo con sospetto se non con ostilità a pratiche che vengono giudicate quasi come una perdita di tempo.

Il noto statista Wiston Churchill era un ottimo disegnatore e utilizzava la sua attività per rilassarsi e riprendersi dalle fatiche della sua logorante attività politica. Ho personalmente conosciuto e in molti casi contribuito (nella mia pluridecennale attività di insegnante) molti dirigenti di aziendali, artigiani, lavoratori dell'industria ecc. che hanno ottenuto grande giovamento dallo studio della musica come attività ricreativa e "rigenerativa" a livello personale.

Studiare musica fa bene al cuore ed alla mente come molti studi scientifici hanno ampiamente dimostrato ed è qualcosa non solo che tutti possono fare, ma che tutti dovrebbero fare per raggiungere un migliorato rapporto con se stessi, sopratutto nel frenetico e non sempre facile mondo caotico di oggi. Fare musica può aggiungere armonia alle proprie vite e tornare a casa alla sera dopo una dura giornata di lavoro per dedicare anche solo per qualche minuto al proprio strumento può essere di grande aiuto per ristabilire il proprio equilibrio interiore. Allora vediamo insieme quali sono i principali ostacoli da superare e tenere sempre presenti se si vuole raggiungere il traguardo e diventare quanto meno un discreto musicista.


  1.  Disciplina  Qualcuno ha detto che niente di importante è mai stato raggiunto senza entusiasmo, ed è senz'altro vero. Entusiasmo e buona volontà sono ingredienti di successo in qualunque impresa si voglia intraprendere ma ve ne è un altro che è fondamentale: la disciplina. Una delle importanti qualitò che le arti e la musica (proprio come un vero maestro zen) possono insegnarci è la disciplina. Ci vuole disciplina per scalare una montagna, occorrono disciplina e allenamento per percorrere una maratona di 40 km, e lo stesso vale per imparare uno strumento musicale. La disciplina è un metodo a se che una volta appreso può essere applicato a qualunque circostanza. Siate disciplinati imponetevi degli obbiettivi e imparate a raggiungerli, questo rafforzerà nel tempo la vostra autostima. Al fine di evitare burrascose cadute non ponetevi obbiettivi troppo ambiziosi (almeno inizialmente) cominciate per esempio imponendovi anche solo 30 min di studio tutti i giorni questo basterà a mettervi in moto e i risultati vedrete non tarderanno ad arrivare.
  2. La meta è importante ma godetevi il viaggio  così come nello zen lo scopo ultimo è l'illuminazione, non siate impazienti. Studiare musica non è come fare un corso di dattilografia, ma è principalmente una cura per l'anima e per la mente e una disciplina per il corpo. Chi ama lo sport e va in palestra spesso lo continua a fare per tutta la vita perche fa bene al fisico e alla mente. Lo stesso vale per la musica. Non esiste un limite non esiste un punto di arrivo, esiste solo un punto di partenza che siete voi a dover decidere. Ricordatevi che l'arte non è una gara, non si gareggia con nessuno se non con noi stessi e con i nostri propri limiti. Ogni volta che riusciamo a superarci ne usciamo sempre vittoriosi.
  3. Imparate a leggere la musica sembrerebbe un consiglio banale ma sapete quante volte mi sono sentito dire dai miei studenti "ma Jimy Hendrix non sapeva leggere la musica!" e io rispondo: (usando il bastone del maestro zen) "ma tu non sei Jimy Hendrix altrimenti non saresti qui". Imparare la fonetica musicale e la sua interpretazione vi aprirà le porte del linguaggio musicale per il quale non esistono scorciatoie. Se è vero che si può anche imparare un po' con qualche video su youtube, o con un approccio diretto con un amico ecc.. tutto ciò vale come incoraggiamento ad iniziare ma non può essere visto come il sostituto ad un sano e completo insegnamento dei fondamenti della musica. Come dice il maestro zen "il dito che indica la luna non è la luna" bisogna arrivarci sulla luna e non ci possono essere scorciatoie ci vuole un razzo e bisogna saperlo guidare.
  4. Trovate un bravo insegnante che goda della vostra fiducia nello strumento e nel genere musicale di vostro interesse. Un bravo insegnante è fondamentale per apprendere in maniera corretta. Lo zen dice "quando l'allievo è pronto il maestro compare". A volte potrebbe essere necessario cercare più di un insegnante. Siate pazienti e diligenti e sarete ricompensati.
  5. La tecnica è importante ma non è tutto Dedicate molto tempo (sopratutto all'inizio) all'apprendimento delle tecniche fondamentali ma senza mai dimenticare sin da subito che la tecnica è solo un mezzo mai un fine per sviluppare le vostre capacità musicali. Per esempio un musicista come John Lennon non è certo universalmente noto per le sue grandi doti tecniche eppure nessuno potrebbe per questo affermare che egli non fosse un grande musicista. La tecnica è al servizio della musica mai il contrario e un bravo insegnante vi insegnerà ad usare la vostra per i vostri scopi. A questo proposito sempre Lennon una volta ebbe modo di dire durante un intervista "non ho mai suonato il basso tuba ma sono un artista e se mi ci lasci mettere le mani sopra vedrai che dopo qualche ora o qualche giorno ci tirerò fuori qualcosa"
  6. Il suono è l'acqua dove nuotare nell'oceano della musica  Spesso i chitarristi si pongono il problema del suono, le chitarre gli amplificatori, gli effetti, i multieffetti, e le mille diavolerie elettroniche di oggi sono diventati la perenne ricerca del santo graal sonoro di questa epoca. Ricordate questo: avrete un suono solo quando sarete sufficentemenmte bravi non prima. I grandi musicisti si riconoscono dal suono, la tromba di Miles Davis, la chitarra di Santana la voce di Frank Sinatra. I grandi musicisti sono "grandi" perchè hanno un suono e hanno un suono perchè sono grandi. E' qualcosa che prescinde da qualunque diavoleria sonora e bisogna essere disposti a lavorare duramente per potere ottenere.
  7. Imparate a suonare davanti a un pubblico piccolo o grande che sia. E' una pratica molto importante. Imparerete molto presto come studiare uno strumento nella propria stanza e suonare davanti anche solo ai vostri parenti o amici siano due cose completamente differenti. Oggi è molto in voga la pratica dei video postati sui social che sebbene possa essere utile (per altri motivi) non sostituisce il pubblico vero. In uno spettacolo l'iterazione e il feedback che si stabiliscono con la propria audience sono fondamentali e anche se non farete mai grandi concerti nella vostra vita questo potrebbe comunque insegnarvi molto sul comunicare con gli altri e magari ad essere meno timidi o a superare gli ostacoli e le vostre paure.
  8. La teoria è importante ma la pratica lo è di più   Il grande Stanley Kubrick (un moderno maestro zen) diceva "il modo migliore per imparare a fare un film è.... farne uno". A volte gli studenti mi dicono "si ho capito possiamo andare avanti adesso"? "Ma che cosa hai capito" ?rispondo io. E' qualcosa che sai fare/applicare sul tuo strumento o la tua è solo una comprensione intellettuale del fenomeno? Suonare uno strumento non ha nulla a che fare con la comprensione dei meccanismi che stanno dietro a questo fenomeno. Se lo sai fare, (suonare) significa che hai capito, altrimenti non hai ancora capito come si fa. E' molto semplice. Nello zen uno dei koan più famosi chiede "qual'è il suono di una mano che applaude?" esiste solo una risposta a questo koan e il maestro sa quando lo studente risponde in modo corretto e può passare al livello successivo.
  9. Abbandono  Imparare ad improvvisare significa lasciare il noto per l'ignoto. Miles Davis diceva ai suoi musicisti "Ok sei fantastico, questo è quello che sai fare, adesso suonami quello che non sai". Paradossalmente per raggiungere questo tipo di abbandono sono necessari tempo e disciplina. Avere il coraggio di andare incontro all'ignoto e lasciarsi "cadere in pozzo profondo senza luce" come recita lo zen sono qualità importanti nell'improvvisazione. Picasso diceva "occorre una vita intera per poter disegnare come un bambino"
  10. I computer sono inutili sanno darti solo risposte (Picasso) Quello che conta nell'arte e nella musica sono le domande. Imparare a fare le domande giuste è fondamentale e il mio augurio è che lo studio della musica e della chitarra possa essere per voi l'inizio di un viaggio in una terra dove le meraviglie non finiscono mai. Good luck