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lunedì 6 marzo 2017

I segreti del suono di Steve Ray Vaughan.


Il suono di un chitarrrista nasce dalla combinazione di molti elementi. Nel caso di SRV non bisogna dimenticare innanzitutto il tocco particolare di cui era dotato, l'uso di corde di grandi dimensioni (mi cantino 0.13) l'uso della pennata in giù per la maggior parte tipico dei chitarristi blues e molto altro ancora.
Inoltre non bisogna dimenticare che oltre la "geografia tecnica" di chitarre, amplificatori, corde, effetti e quant'altro esistono elementi difficilmente quantificabili che fanno parte della personalità del musicista. I grandi musicisti possiedono "il suono" che li identifica immediatamente. Immaginate per esempio di ascoltare bendati la chitarra di Santana, chi non la riconoscerebbe al primo ascolto? Quel suono e timbrica unici sono i suoi e di nessun altro esattamente come la voce di ciascuno di noi è diversa. Per cui non limitatevi semplicemente all'analisi tecnica per quanto importante ma ricordate che lavorare sul suono significa sviluppare tecnica, manualità, e destrezza artistica e tutto questo richiede molti anni di duro lavoro.
Qualcuno poco esperto potrebbe possedere le chitarre e gli amplificatori di SRV ma questo non significa che possa avere comunque il suo suono. Questo è bene dirlo da subito per sgombrare il campo da possibili malintesi.

Fatta questa dovuta premessa cominciamo a vedere quali corde usava il nostro. Molti dei chitarristi rock degli anni 60/70 utilizzavano set di corde relativamente leggeri (pare che Page e Beck usassero le 00.8 e Hendrix le 9 o 10) set di corde più grandi erano di utilizzo esclusivo dei chitarristi jazz che non si ponevano grandi problemi di bending ma volevano un suono pieno e rotondo (un nome su tutti Pat Martino) Quindi Stevie usava 0.13 al cantino ma accordava un semitono sotto in Eb la scalatura utillizzata però era una sua customizzazione (per non avere il sol ricoperto). Utilizzava GHS nickel rockers (a volte pare le Boomers) in questa scalatura:

.013 – .015 – .019p – .028 – .038 – .058

Il suono parte dalle corde, è li che inizia e si sviluppa quindi un set robusto produce sound robusto ma attenzione non pretendete di avere un action bassa con set del genere sarebbe praticamente impossibile e le corde non avrebbero il giusto spazio per vibrare.

Amplificatori

Durante le registrazioni di "In step" l'ultimo album della sua carriera SRV aveva a disposizione in studio ben 32 amplificatori fra cui un Fender Twin 1962, un Fender Bassman originale 1959, un Fender Harvard e un Magnatone insieme al Fender Vibroverbs, Dumble Steel String Singers e molti altri Fender e Marshall. Sperimentava con varie combinazioni in studio fino ad ottenere il suono che più lo soddisfaceva per registrare.

Vediamo più in dettaglio alcuni degli amplificatori più usati da SRV live e in studio:

1980 Marshall model 4140 Club and Country



Stevie usava questo ampli per i suoni puliti contrariamente a quanto di solito fanno i chitarristi (Fender per i puliti, Marshall per i distorti) anche perchè questo è considerato l'equivalente Marshall del Fender Twin Reverb.

1964 Fender Vibroverb


Per buona parte degli anni 80 il cuore del sound di SRV è costituito da un paio di questi amplificatori sul palco per il suo tipico suono overdrive.

Dumble Steel String Singer


SRV usava i Dumble per i suoni clean. Alexander Dumble è un artigiano californiano che produce questi ottimi (e molto costosi) amplificatori la cui caratteristica è l'estrema limpidezza del suono anche appunto utilizzando set molto grandi di corde. 



 Fender Super Reverb metà anni 60


SRV usava questo ampli per i suoni puliti in combinazione con il Vibroverb che usava esclusivamente per pilotare il rotating cabinet con cui produceva quel suo caratteristico sound leslie.

Effetti



Fra gli effetti maggiormente usati ricordiamo l'Ibanez tube screamer TS9 che veniva solitamente usato per produrre un boost pulito attraverso il Fender Vibroverbs per i soli con il livello al massimo e il gain piuttosto basso.

Fender Vibratone


Il famoso effetto "speaker rotante" in brani come "Cold shot" e "Couldn't stand the weather" era generato attraverso questo Fender Vibratone cabinet. Il Vibratone a differenza del Leslie enfatizza meglio i medi della chitarra. La Fender ne ha prodotti per tutto il periodo dal 67 al 72 ed è universalmente considerato uno dei migliori "rotating speaker" per chitarristi. SRV usava anche un Wha della Vox V846 un Dallas arbiter fuzz face e un Tycobrahe octavia per i suoni di tipo hendrixiano.
 


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