Bill Frisell Unspeakable guitar


Il chitarrista e compositore jazz americano Bill Frisell (Baltimora 18 Marzo 1951) è certamente una delle figure più interessanti nel panorama della chitarra moderna insieme a Pat Metheny e John Scofield. E' un "ricercatore" puro sia dal punto di vista sonoro che da quello del linguaggio musicale (non solo strettamente chitarristico).

Frisell ha un sound molto particolare e perfettamente riconoscibile che ottiene attraverso il sapiente uso e mescolanza di diversi elementi primo fra tutto le chitarre Klein attrezzate con Seymour Duncan JB pickup amplificate da Fender e Mesa boogie. Come pedali effetti fa largo uso di vari distorsori e unità delay qui di seguito potete osservarlo mentre usa e dimostra i propri effetti.




Nel corso degli anni Frisell ha registrato un immensa mole di materiale a suo nome o come session man e da diversi anni è molto attivo anche nel campo della composizione di musica da film. 


Diverse trascrizioni della sua musica sono disponibili on line è interessante notare che Frisell predilige un fraseggio "dilatato" attento agli spazi sonori nei quali si inserisce con garbo e personalità sia all'acustica che elettrica. Qui lo potete osservare all'opera in una piccola libreria mentre reinterpreta da solo lavori dei Beatles


Personaggio e artista piuttosto schivo e riflessivo Frisell rifugge i grandi riflettori e le ribalte troppo illuminate, ma ha saputo comunque ritagliarsi un posto di rilievo nell'ambito della musica contemporanea con la sua gentilezza da signore composto del Maryland e con la caparbietà del ricercatore musicale sempre pronto a cimentarsi in nuove sfide. La sua discografia è sterminata ma se dovessi consigliarvi un solo titolo per aiutarvi a cominciare conoscere meglio questo grande artista senza dubbio opterei per Unspeakable col quale ha vinto anche il grammy nella categoria Best Contemporary Jazz Album nel 2005.  Unspeakable significa indicibile, inqualificabile e Bill Frisell rientra a pieno diritto in questa definizione che contiene la sua musica "enigmatica" ma anche fatta di slanci e spazi sonori come forse solo le immense distese delle praterie americane possono evocare. 


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