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domenica 19 febbraio 2017

Goodbye to language - Il tempo ritrovato-

Nell'epoca del "villaggio globale" diventa difficile non  occuparsi del linguaggio nella torre di babele dell'unico pianeta abitato del sistema solare. La musica è un linguaggio? Certamente si anche se con sintassi diversa da altri, forse addirittura potrebbe essere "il linguaggio" per eccellenza secondo alcuni vista la capacità di superare barriere di tempo, spazio, lingue, culture ecc... Come non ricordare a questo proposito la scena di "Incontri ravvicinati del terzo tipo" di Spielberg quando non a caso per avviare una possibile comunicazione con gli alieni viene utilizzata la musica. Ovviamente come tutti i linguaggi non verbali la musica può dare adito ad "incomprensioni" o interferenze ed ecco infatti nascere subito la forma canzone il cantautore o i cantastorie. Sono fra le forme più arcaiche ma ancora oggi più utilizzate, le filastrocche le poesie messe in musica, le canzono popolari i canti di lavoro. "Canto ma ti spiego quello che voglio dirti, non voglio che tu pensi a cose che siano altro da questo." Il motto della canzone o delle cantiche e di tutta la poesia in musica nasce da qui, non fosse che la poesia e il linguaggio nascondono a loro volta forme di ambiguità imperscrutabili e diaboliche il che ci riporta al punto di partenza. Ma l'opera d'arte è ambigua no?, Fa parte del suo modus vivendi esserlo. La scienza spiega, l'arte si limita a porre delle domande non da mai risposte anzi, diffidate dagli artisti o presunti tali che pretendono di "rispondere". Si può rispondere al telefono, alle mail, o al citofono, ma la musica e l'arte hanno il compito di porre domande mai di dare risposte. Prendetelo come un criterio di selezione che divide la buona dalla cattiva arte. Nel tempo ci siamo abituati alla musica come pietanza servita con più o meno qualsiasi cosa. In teatro il balletto e l'opera, per strada, al ristorante, al bar, alla radio, in tv o su internet trovatemi un solo posto al mondo dove non esista della musica. Questa faccenda può anche essere a tratti frustrante per la cacofonia di suoni e rumori ma di questo mi riservo di parlare in altro articolo. Qui invece mi preme di prendere spunto dall' ottimo lavoro di Daniel Lanoise per parlare come sempre dei temi che mi stanno più a cuore. Oggi che la musica propio per la sua percezione di "onnipresenza" è stata ormai svuotata di ogni significato intrinseco viene riportata alle sue costituenti primordiali che è l'unico modo forse per riconoscerla e ascoltarla ancora. Sto parlando del suono ovviamente, il suono che sta alla base della musica così come il colore lo è per la tela del pittore. Prendi il suono lo decostruisci, gli togli la voce, gli togli il significato delle parole e gli togli anche il tempo e che cosa resta?

Oggi come ieri chi si occupa di arte toglie non aggiunge. E' paradossale che questa operazione di scomposizione e di pulitura quasi "scultorea" richieda mezzi colossali per essere portata a termine. Quello che ascoltate vi sembra semplice forse? Non fatevi ingannare dalla forma occorre una vita intera per dare forma ad un suono e questo Miles Davis lo sapeva benissimo quando andava a cercare il suono perfetto della sua tromba in riva al lago nella tenuta del padre. Limitare oggi è un mantra che non riguarda solo gli sprechi e i consumi di un pianeta bistrattato da un umanità disattenta e caotica, ma gli artisti e l'arte da sempre.

Il tempo come unità di misura cessa di esistere se destrutturo e riscopro il suono primordiale come fonte quasi mistica o messianica che tutto avvolge, che tutto comprende, che tutto riverbera, che tutto comprime, e dove tutto succede nello stesso momento. Il suono così esposto è una specie di "singolarità nuda" un buco nero che tutto assorbe e dove tutto si riflette, lo spazio e il tempo cessano di esistere ma solo per un osservatore esterno. E allora goodbye to language, che crea solo divisioni e inutili incomprensioni mentre il suono unisce tutti, come assetati alla stessa fonte, come chi torna a casa dopo tanto tempo e ritrova la luce di un pomeriggio della sua infanzia, come il tempo ritrovato di Proust o come l'eternità di Rimbaud.

Elle est retrouvée.
Quoi? - L'Éternité.
C'est la mer allée
Avec le soleil.




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