Due visioni della chitarra jazz contemporanea: Driftwood di Wolfgang Muthspiel e Ask for Chaos di Gilad Hekselman
Due visioni della chitarra jazz contemporanea: Driftwood di Wolfgang Muthspiel e Ask for Chaos di Gilad Hekselman
Nel panorama della chitarra jazz contemporanea, Wolfgang Muthspiel e Gilad Hekselman rappresentano due traiettorie opposte ma complementari. Entrambi virtuosi, entrambi compositori profondi, ma ciascuno con una visione sonora che riflette una diversa idea di spazio, relazione e rischio. Ascoltare Driftwood (2014) e Ask for Chaos (2018) in parallelo è come viaggiare lungo due orbite diverse intorno allo stesso pianeta: la chitarra jazz.
🎧 Driftwood – Wolfgang Muthspiel
Ascolta: Spotify | ECM Records
Con Driftwood, pubblicato su ECM, Muthspiel porta avanti l’estetica rarefatta e contemplativa tipica dell’etichetta. Il trio con Brian Blade alla batteria e Larry Grenadier al contrabbasso è una formazione d’élite, ma il tono generale è misurato, quasi meditativo. Muthspiel non cerca l’effetto, non spinge sull’energia, ma lavora sulle ombre, sui respiri tra le note.
Le sue composizioni sono come strutture architettoniche leggere, dove tutto è essenziale: la melodia non si impone, si insinua; l’armonia non sovrasta, avvolge. In brani come “Cambiata” o “Highline”, il suono è cristallino, con arpeggi che si aprono nello spazio lasciato libero dal silenzio. Il jazz di Driftwood non è mai assertivo: è dialogo, sospensione, tensione contenuta.
Brani consigliati:
- Driftwood – per il lirismo sospeso e l’equilibrio tra i tre strumenti
- Highline – per l’eleganza melodica e il fraseggio aereo
- Cambiata – per apprezzare la sottigliezza della scrittura armonica
🎧 Ask for Chaos – Gilad Hekselman
Ask for Chaos è un disco che abbraccia l’instabilità come linguaggio. Hekselman costruisce due trii paralleli: ZuperOctave (con Aaron Parks ai synth e Kush Abadey alla batteria) e gHex (con Rick Rosato e Jonathan Pinson). Il titolo è programmatico: Hekselman accoglie l’imprevisto, si diverte a far collidere strutture complesse e groove taglienti con melodie liquide.
Il suono è pieno, stratificato. In “VBlues”, la chitarra si piega tra effetti, delay e timbri quasi elettronici. In “Tokyo Cookie”, c’è una libertà ritmica e armonica che sfida i canoni tradizionali del trio jazz. Hekselman esplora territori che flirtano con l’indie, l’elettronica, senza mai perdere il senso melodico e la raffinatezza tecnica. È un funambolo: rischia, e quasi sempre atterra in piedi.
Brani consigliati:
- VBlues – per sentire la chitarra come creatura elettronica e bluesy allo stesso tempo
- Tokyo Cookie – per la costruzione ritmica irregolare ma ipnotica
- Do Re Mi Fa Sol – per l’approccio playful che mescola jazz e pop colto
Due approcci, una stessa esigenza
Se Muthspiel costruisce uno spazio sonoro dove il silenzio ha un ruolo preciso, Hekselman crea ambienti iperdinamici dove le idee si rincorrono e si scontrano. Il primo ha una scrittura che privilegia la sottrazione; il secondo, l’accumulo controllato. Eppure, entrambi dimostrano una cura estrema per il suono e per il rapporto tra composizione e improvvisazione.
In Driftwood, ogni nota sembra pesata come in una poesia haiku; in Ask for Chaos, ogni brano è un piccolo esperimento ritmico, armonico, estetico. La chitarra, nei due dischi, si fa mezzo per raccontare visioni opposte: la ricerca dell’equilibrio contro l’attrazione per il caos.
Presente e futuro
Ascoltare Driftwood e Ask for Chaos uno dopo l’altro è un esercizio di ascolto attivo e contrasto. Due modi diversi di intendere il ruolo della chitarra nel jazz contemporaneo: uno intimista, l’altro esplorativo; uno classico, l’altro futuribile. In entrambi, però, si coglie la volontà di superare il virtuosismo fine a sé stesso per arrivare a una forma di espressione personale e riconoscibile. È questa, in fondo, la vera sfida dei grandi musicisti. E Muthspiel e Hekselman la vincono, ognuno a modo suo.
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