Chill Out Bombing: ecco come Spotify investe in armi


Hai presente quando ti rilassi con una playlist “Peaceful Piano” su Spotify, sorseggiando un tè mentre fuori piove? Bene. Sappi che nel frattempo, una parte di quei click viene incanalata per migliorare l’intelligenza artificiale… dei sistemi militari. Sì, davvero. Benvenuti nell’inquietante reality show chiamato “Capitalismo a doppia faccia”, dove la musica serve a rilassarti e, in parallelo, a sviluppare droni da guerra.


Il protagonista? Daniel Ek, CEO di Spotify e ora anche aspirante Tony Stark (senza il fascino e con meno groove).


Da playlist chill a warfare tech


Apprendiamo da  Wired Italia che Daniel Ek ha deciso che fare miliardi con la musica in streaming non era abbastanza distopico. Così ha co-fondato Helsing, una startup europea che sviluppa software militare basato sull’intelligenza artificiale. Obiettivo dichiarato: “rafforzare le democrazie”. Traduzione pratica: analisi in tempo reale dei campi di battaglia, supporto ai droni, sorveglianza tattica avanzata.


Nel 2021, Ek ha investito 100 milioni di euro nella baracca. Mentre Spotify taglia i costi, caccia lavoratori, e continua a pagare artisti come se fossero venditori ambulanti di note, i veri soldi vanno a costruire l’occhio digitale della guerra moderna.


Musica come arma di distrazione di massa


Il cortocircuito è potente: Spotify vende l’illusione di calma, intimità e personalizzazione sonora, ma parte dei profitti vanno dritti in un settore che vive di conflitto, sorveglianza e potere strategico.

È la perfetta simbiosi tra algoritmo e arsenale. Senti lo strumentale lo-fi? È il sottofondo perfetto mentre un drone analizza un convoglio a 20 km di distanza.


Non è solo un problema etico, è un perfetto esempio di come il tech stia buttando via qualsiasi parvenza di innocenza per diventare parte integrante dell’industria bellica. Sotto la patina user-friendly e i consigli musicali c’è un cuore freddo, fatto di machine learning e geopolitica.


Il CEO pacifista... dell'apocalisse


Daniel Ek si giustifica dicendo che Helsing serve a “difendere la democrazia”. Peccato che quel tipo di frase sia la madre di ogni operazione discutibile del XXI secolo. È un messaggio pronto per LinkedIn, dove miliardari si raccontano come paladini della libertà mentre alimentano una corsa tecnologica alla militarizzazione.


Intanto, Spotify continua a erodere i guadagni degli artisti e a investire in settori che con l’arte non c’entrano nulla. A questo punto, potremmo anche aspettarci che Audible inizi a finanziare eserciti di robot narratori.


Conclusione: colonna sonora per un futuro armato


Spotify, nato come alternativa pirata-friendly e democratizzante nel mondo della musica, oggi è un motore elegante per arricchire chi investe in guerra. Quindi, la prossima volta che premi play su “Deep Focus”, chiediti: chi sto davvero aiutando a concentrarsi? Me… o un algoritmo militare da combattimento?

Leggi anche 10 motivi per cui Spotify dovrebbe avere il tasto autodistruzione


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