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sabato 11 dicembre 2021

La regina degli scacchi


 "Chess is life" diceva Bobby Fisher il primo GM (Grande Maestro) americano a vincere una competizione contro l'URSS nel 1972 in piena guerra fredda, in quella che fu soprannominata la sfida del secolo e non è un segreto per nessuno che Walter Tevis si sia parzialmente ispirato alla vita di Bobby quando mise nero su bianco il suo capolavoro "The queen's gambit"nel 1983. Tevis aveva pubblicato il suo primo romanzo di successo nel 1959 "Lo spaccone"(The hustler)  da cui venne tratto un film acclamato in tutto il mondo con Paul Newman girato in uno splendido bianco e nero per la regia di Robert Rossen. Il film segnò l'inizio della collaborazione col cinema di Walter Tevis. In seguito ben 4 dei suoi 6 romanzi pubblicati vennero traferiti su celluloide da Hollywood e l'ultimo è proprio "La regina degli scacchi" prodotto da Netflix che rappresenta sicuramente uno dei più grandi successi di critica e di pubblico della piattaforma a oggi. 

C'è qualcosa nel modo di scrivere di Tevis che lo rende un autore preferito dai registi. Il suo stile asciutto e privo di fronzoli, il suo modo di "fotografare" la realtà e di saper costruire storie con una narrazione "do it or die it"(o ce la fai o muori) tipiche di una certa frontiera americana che ama le sfide e che esalta l'individuo che riesce ad emergere nonostante le difficoltà dell'esistenza. C'è un fine "educativo"o motivazionale nella sua narrativa che è quello del perdente di successo che sembra rifarsi alla filosofia anglosassone di Tomas Hobbes "Homo homini lupus". In un mondo di conflitto dominato dalla "sopravvivenza del più forte" in senso Darwiniano i "diversi" delle sue storie partono da uan posizione di svantaggio. Beth è un orfana che riesce a riscattare la propria vita grazie agli scacchi. Il mondo non sembra essere un luogo molto interessante per lei ma trova nella perfezione cartesiana della scacchiera lo scenario perfetto per mettersi in gioco. Kasparov dice che le nostre partite sono piene di errori (e se lo dice lui) ma quello che conta è comprendere il meccanismo del ragionamento, quello che ci porta a compiere delle scelte (mosse) giuste o sbagliate. Attraverso questa continua analisi è possibile pervenire ad un modello di comprensione della mente umana, della sua psicologia e delle sue modalità. In questo gli scacchi rappresentano certamente un modello del pensiero umano e filosofico dove la sfida vera è sempre e sopratutto nel superare se stessi e i propri limiti.

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